Uno sguardo a ritroso nel tempo, risalendo con la memoria storica fino al 1830, momento in cui a S. Pietro a Ponti, paese alle porte di Firenze, apre il cappellaio Pietro Tesi.
Da subito la sua peculiarità manifatturiera fu quella tipica del momento storico del luogo: la lavorazione di trecce e cappelli di paglia. Il crescente prestigio di questa azienda era già scritto nella Storia. Alla fine del XIX secolo, la ditta Tesi si specializza nella realizzazione delle più diverse e celebri tipologie di copricapi, i leghorn, le magline e gli immancabili canotti. Uno sviluppo che a cavallo dei due secoli equivale per l’azienda a una crescita esponenziale in termini di presenza sui mercati più importanti di tutta Europa, fino ad approdare al di là dell’oceano, negli Stati Uniti.
Grazie alle doti imprenditoriali di Luigi e Guido Tesi, l’azienda vive il suo momento d’oro. Con l’aumento delle esportazioni, l’attività si concentra sul progressivo avanzamento delle tecniche di lavorazione dei copricapi e alla ricerca di nuovi materiali e nuove soluzioni per anticipare le esigenze di una clientela in continua crescita. I territori in cui cercare nuove materie prime si ampliano fino a includere Centro e Sud America, si studiano nuove proposte in termini di stile e di innovazione di linee che possano rilanciare il cappello come accessorio di moda, divenuto dal secondo dopoguerra in poi, non più così fondamentale nei codici d’abbigliamento.
Un ostacolo che le generazioni che si susseguono al timone dell’azienda, giunte oggigiorno alla quinta, riescono abilmente ad aggirare con il lancio di diverse e differenziate varietà di cappelli, soprattutto panama e tribly, con la tenacia e la costanza, unite alla preziosità di un bagaglio come la tradizione artigianale, che oggi come allora, non smette di sorprendere.